FABIO FAZIO COME MARIO RIVA

 La botola e il destino



Sapete, il palco è un luogo strano. Ti mette al centro del mondo, ti dà luce, applausi, attenzione. Ma ha anche le sue trappole. A volte letteralmente.

 Fabio Fazio, l’altra sera, ha rischiato di cadere in una botola. Una botola, capite? Non è una cosa che ti aspetti nel 2025, in uno studio televisivo hi-tech, con mille telecamere e sistemi di sicurezza. 

Eppure, è successo. Un passo indietro, un momento di distrazione, e il conduttore più composto della TV italiana poteva finire sottoterra, con buona pace del garbo e dell’ironia. Si è salvato per miracolo, grazie a un tecnico che gli ha urlato qualcosa tipo: "Fermati!" E lui si è fermato. Applausi, risate, la solita battuta per sdrammatizzare: "Mi sono salvato per miracolo!" 

Già, un miracolo. Ma io mi chiedo: cosa sarebbe successo se non si fosse fermato in tempo? L’Italia intera sarebbe rimasta scioccata, certo. 

E forse, tra un titolo di giornale e l’altro, qualcuno avrebbe tirato fuori il nome di Mario Riva. Eh già, Mario Riva. Il re del Musichiere. Lui, però, non ebbe la stessa fortuna. Nel 1960, all'Arena di Verona, bastò un passo falso su una striscia di tela per trasformare una serata di festa in tragedia. 

Cade nel vuoto, tre metri giù, tra assi di legno e attrezzi di scena. Non si rialzò mai più. E allora mi domando: cosa ci insegna il palcoscenico? Forse che la vita è un equilibrio precario, sempre sospeso tra luce e ombra, tra applausi e silenzio.

 Un giorno sei Fabio Fazio, che si ferma giusto in tempo. Un altro potresti essere Mario Riva, che quel tempo non ce l'ha avuto. Ma forse è proprio questo che rende magico il palcoscenico. Il rischio, l’imprevedibilità.

 Ci ricorda che dietro ogni spettacolo c'è sempre qualcosa di più grande: il destino, che a volte ti lascia cadere e a volte ti tiene in piedi per un soffio. E allora, che dire? Occhio alle botole. Nella vita come sul palco. Ma se ci finite vicino, ricordatevi una cosa: si può sempre trovare un equilibrio, anche sul bordo del vuoto.

( di Zanotti Roberto )

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