San Marino tra sicurezza sismica e cambiamento climatico: l’impegno dell’Università
Geologia, rischi naturali e resilienza del territorio al centro del dibattito pubblico al COMITES
( Roberto Zanotti)
Questa mattina, 29 luglio 2025, il professor Filippo Forlani, docente e geologo dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, è intervenuto nella sede del COMITES (Comitato degli Italiani all’Estero) nell’ambito di un dibattito pubblico dedicato alla sicurezza del territorio, facendo il punto sulla situazione geologica e climatica della Repubblica.
L’intervento del professor Forlani si inserisce in un percorso di riflessione già avviato con il convegno "San Marino e il terremoto: io non tremo! – Liberi di convivere con il terremoto", che si è tenuto a fine 2023 con grande partecipazione. Oggi, Forlani ha ribadito che, sebbene San Marino non si trovi in una delle zone sismiche più critiche, non bisogna abbassare la guardia.
Il territorio presenta caratteristiche geologiche relativamente stabili, ma è comunque soggetto a rischi che vanno monitorati e gestiti con serietà. Al contrario, ha sottolineato Forlani, alcune zone della vicina riviera romagnola – da Rimini a Cattolica – sono più esposte, soprattutto a causa del fenomeno della cosiddetta “riminizzazione”: un’espansione urbana spesso caotica e non programmata, che ha portato a costruire su terreni potenzialmente instabili. In queste aree, il rischio di liquefazione del suolo in caso di terremoto è concreto e può comportare danni strutturali ingenti.
Nel suo intervento, Forlani ha anche parlato della partecipazione dell’Università sammarinese al convegno “Io non tremo”, con una sezione divulgativa pensata per aiutare cittadini e amministratori a comprendere come si comporta il suolo durante un sisma, come si propaga l’onda sismica e quali pericoli reali si affrontano a livello locale.
Una parte centrale del suo discorso è stata dedicata ai cambiamenti climatici, che – ha spiegato – stanno alterando in modo profondo le variabili su cui si basavano i modelli previsionali e le norme di progettazione. Eventi estremi come l’alluvione del 2023 mostrano un territorio sempre più fragile, che risponde con difficoltà a piogge sempre più intense e prolungate. Il problema, ha sottolineato, è che le attuali normative tecniche non riescono a stare al passo con la realtà: le statistiche climatiche sono saltate e i progettisti si trovano spesso senza riferimenti certi per dimensionare correttamente opere e infrastrutture.
L’incontro al COMITES ha offerto anche l’occasione per sottolineare il ruolo dell’Università di San Marino, una piccola ma attiva realtà accademica che accoglie studenti da tutta l’area limitrofa – da Ravenna a Rimini fino a Cattolica – e che rilascia titoli pienamente riconosciuti in Italia e in Europa. Il corpo docente, in larga parte proveniente dall’Università di Modena, garantisce un elevato livello scientifico e una forte connessione con le esigenze reali del territorio.
In un contesto sempre più segnato da rischi naturali e incertezze climatiche, l’intervento del professor Forlani ha ribadito l’importanza di un approccio scientifico, integrato e consapevole alla pianificazione del territorio, alla prevenzione e alla gestione delle emergenze.
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