Il Lutto tra Sincero Cordoglio e Ostentazione Social
Intervista Esclusiva de "La Voce di Simson"
Simson (La Voce di Simson): Gentile Ospite, grazie per aver accettato il nostro invito. Oggi vorremmo approfondire con Lei un tema delicato e sempre più attuale: la manifestazione del lutto sui social media, in particolare la tendenza a pubblicare foto con la persona scomparsa. Qual è la sua riflessione generale su questa pratica?
Tito Ponzio: Buongiorno a voi. Credo che, sebbene l'intento di fondo sia spesso comprensibile, mosso dal desiderio di ricordare e condividere un affetto, questa pratica assuma talvolta connotazioni che inducono a una certa perplessità. Non trova?
Simson: Assolutamente. E a proposito di perplessità, Lei ha osservato una sorta di "competizione silenziosa". Potrebbe spiegarci meglio cosa intende? Non si rischia di giudicare un dolore che si manifesta in forme diverse?
Tito Ponzio: Vede, la mia non è una volontà di giudizio, quanto una constatazione. Non le sembra che a volte si assista a una gara, magari inconsapevole, a chi dimostra maggiore intimità o un legame più profondo con chi non c'è più? Un semplice scatto, un braccio sulla spalla, diventano quasi una prova da esibire. E allora, non si fa forse pericolosamente sottile il confine tra un omaggio sincero e un bisogno, forse umano ma discutibile, di ostentare un rapporto privilegiato
Simson: Capisco il suo punto. Ma allora, quale sarebbe il significato profondo di questa, come Lei la definisce, "corsa a esibire al mondo chi amava di più"? Non è forse un modo, per quanto imperfetto, di elaborare il lutto in un'epoca così interconnessa?
Tito Ponzio: È una domanda legittima. Ma io mi chiedo: il dolore e il lutto non sono forse esperienze profondamente personali, intime? Può davvero il valore di un legame, la sua autenticità, essere misurato dal numero di "like" o dalla visibilità di un post? E non si corre il rischio, proprio con questa esibizione pubblica, di svuotare il ricordo del suo significato più vero, trasformandolo in una sorta di performance per un pubblico che osserva?
Simson: Lei solleva questioni importanti. In un'era che Lei stessa definisce "dominata dalla condivisione compulsiva", quale potrebbe essere un'alternativa più autentica per onorare chi ci ha lasciato? È davvero possibile resistere a questa spinta digitale?
Tito Ponzio: È una sfida, non c'è dubbio. Ma mi domando: l'amore vero, il rispetto profondo per chi non c'è più, non si manifestano forse con maggiore autenticità nel silenzio, nella custodia privata della memoria? E non si traducono forse più efficacemente in gesti concreti di vicinanza e supporto reale verso chi resta, piuttosto che in una gara, per così dire, a colpi di fotografie e didascalie sui social network? Non crede sia questa una riflessione necessaria?
Simson: Una riflessione certamente necessaria e che lascia molti spunti. La ringraziamo per aver condiviso con "La Voce di Simson" queste sue acute osservazioni.
Tito Ponzio: Grazie a voi per l'opportunità.
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